Prignano Cilento, il paese dei fichi bianchi

Prignano Cilento, il paese dei fichi bianchi

Situato a soli 8 Km dal mare, a pochi passi da Agropoli, Prignano Cilento è uno dei primi paesi del Parco Nazionale del Cilento; il suo territorio, in cui si alternano campi coltivati e boschi di macchia mediterranea a ginestra e lecci, si estende per 12 km quadrati ad un’altezza che va dai 70 m ai 490 m s.l.d.m.

La sua struttura geologica permette la formazione di molte sorgenti di acqua che sono sfruttate per uso pubblico e privato. Oltre al capoluogo, fanno parte del Comune due borghi, Casale di Melito e San Giuliano; scomparso l’altro borgo, Poglisi ( o Puglisi ), che si trovava dove ora è il cimitero, all’interno del quale c’è la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano; scomparso, forse, perché abbandonato dai suoi abitanti a causa delle continue incursioni dei Turchi. Prignano nasce nel periodo tardo-romano; i primi cenni storici si hanno nell’VIII sec., ma le prime notizie più certe si hanno nel 1070. L’origine del suo nome è un po’ controverso; la tesi più accreditata è quella che fa derivare il nome di Prignano dal gran numero di piante di pero che si trovano nella zona. Nel territorio del Comune di Prignano scorre il fiume Alento, il cui corso, proprio qui, è sbarrato dalla Diga dell’Alento dando vita ad un lago artificiale che è fonte di approvvigionamento per l’agricoltura della zona.

Il luogo comprende molte strutture: una Centrale Idroelettrica, un Impianto di Potabilizzazione e un Centro per il monitoraggio delle dighe. In seguito alla formazione di questo lago artificiale, è nata l’ “Oasi Fiume Alento”, che rappresenta, da molti anni, un’attrattiva per famiglie scuole e sportivi a pochi passi dalle spiagge del Cilento.

Sul lato della collina che volge verso il mare si trova il Casale di Melito, un piccolo borgo che, fino al XIII sec. era un paese autonomo e il cui nome, quasi sicuramente, è derivato dall’abbondanza di meli nel suo territorio. Melito è rimasto il classico borgo cilentano dell’entroterra con le sue stradine strette, i suoi tanti archi e i suoi palazzi nobiliari antichi con portali in pietra locale. Da Melito, volgendo lo sguardo verso il mare, si può ammirare uno splendido panorama, che include la visione della più bella isola del Golfo di Napoli: Capri.

Il Comune fa parte delle Associazioni “Città del Bio” e “Città del Vino”. Il suo territorio è incluso nell’itinerario gastronomico “Strada del Vino Cilento”. Prignano è anche denominata Città dell’Olio, essendo una terra ricca di uliveti secolari. Qui vengono lavorate le olive che si trasformano in un Olio Extravergine di Oliva che ha avuto la Denominazione di Origine Protetta ( D.O.P. ), grazie ai tanti frantoi presenti nel paese.

Il paese è famoso per la lavorazione del fico bianco, conosciuto in tutto il mondo in quanto è una vera e propria eccellenza. Si tratta di una tradizione millenaria che ha meritato a questo frutto la Denominazione di Origine Protetta ( D. O. P ) e che risale nientemeno al VI sec. a. C., ai tempi della colonizzazione greca. Qui a Prignano i fichi secchi vengono preparati con una ricetta unica in tutto il Mediterraneo: prima di esporre il frutto al sole, viene asportata la buccia avendo cura di non incidere la polpa. Questo è il segreto per cui i fichi “monnati” essiccati sono caratteristici; inoltre sono di un colore chiaro tendente al latte con striature scure; si sciolgono in bocca ed hanno un aroma del tutto particolare.

Cosa visitare a Prignano Cilento

La Chiesa di San Nicola di Bari si trova in Piazza Plebiscito, che è il centro della vita prignanese e da cui si può godere di un bel panorama sul Golfo di Salerno. Costruita prima del XIII sec., è stata più volte ristrutturata; la facciata è a capanna con due portali e un dipinto nel timpano raffigurante il Santo; sulla sinistra c’è il campanile a base quadrata in pietra locale e a tre piani con archi a tutto sesto. All’interno, a tre navate, ci sono cinque altari in marmo di Carrara e vari affreschi che raffigurano il miracolo del salvataggio di un bambino.

Il Palazzo Cardone, proprio di fronte alla Chiesa di San Nicola, di proprietà dei Marchesi Cardone, ultimi feudatari di Prignano, è privato e non è visitabile. E’ una costruzione formata da quattro ali intorno ad un cortile centrale; ma la parte più originale è, senz’altro, la sua torre cilindrica merlata come non si ritrova nei palazzi dello stesso periodo.
La Cappella di Sant’Antonio da Padova è ciò che rimane di un antico convento e conserva cinque statue in legno del XV sec.

Cosa visitare a Casale di Melito

Unico edificio dedicato al culto, è la piccola Cappella di Santa Caterina di Alessandria, ad una unica navata; costruita, forse, nel tardo Medio Evo, conserva, della sua forma originaria, solo la struttura e un altare in pietra e calcina di un certo valore; una pregiata tela del XVII sec., il “ Mistico Sposalizio di Santa Caterina con Gesù” , che era in questa cappella, è, adesso, in fondo alla navata di sinistra della Chiesa di San Nicola a Prignano.

In un angolo della Piazza della Croce si può vedere una colonna in pietra locale con una croce di ferro del 1700; all’origine era almeno il doppio di altezza. eretta in occasione di una missione carmelitana. Nei pressi della Cappella di S. Caterina c’è la Fontana Vecchia , una fontana in pietra locale che ha la forma di una casetta con la sua porticina che porta alla vasca dell’acqua. E’ molto antica, forse risale addirittura al XIII sec. quando il suo compito era di rifornire di acqua tutto il paese. Nella parte più antica di Melito si trova la Torre Volpe, un costruzione merlata difensiva dell’XI sec. molto massiccia e abbastanza integra grazie anche ad restauro ben fatto; sulla facciata si può notare lo stemma nobiliare della famiglia Volpe alla quale apparteneva.


Eventi e Tradizioni

Da non perdere la festa di San Nicola il Lunedì in Albis. In mattinata, dopo la Messa, in Piazza Plebiscito, c’è “L’Opera dei Turchi”, una bella e suggestiva rappresentazione teatrale in costume, in due atti, che ripropone due miracoli di San Nicola e a cui assistono tutta la popolazione ed anche molti turisti. Il momento più atteso di questa manifestazione è, certamente, il “ Volo dell’Angelo”, quando un bambino vestito di bianco ( che rappresenta un Angelo, inviato dal Santo ), appeso, con un grosso gancio, ad una carrucola che scivola su una corda, “vola” dal campanile fino alla tavola dove sono seduti i Turchi e salva il piccolo Diodato che si aggrappa a lui; insieme, abbracciati, poi, i due ritornano sul campanile tra lo scampanio delle campane e gli applausi degli spettatori.

Melito in Festa è un evento enogastronomico che si tiene a Melito nel mese di Luglio, organizzato dal Forum Giovanile di Prignano e allietato da buona musica popolare; vi partecipano anche molti artigiani da tutto il Cilento con i loro prodotti tipici; si possono degustare piatti tipici della cucina cilentana: fusilli col sugo di castrato, gnocchi, pasta e fagioli con le cozze, pizze fritte, ciambotte, cuoppo di alici, dolci tipici di Melito, anguria, vino con le percoche e degustazione di vini.Durante la settimana di Ferragosto si tiene la Sagra del Galletto, una manifestazione enogastronomica di tradizione più che trentennale. Oltre al classico galletto arrostito sulla brace e tanti contorni, ultimamente si sono aggiunti la salsiccia, sempre alla brace, e i cavatielli. Il tutto allietato da musica popolare.

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