Il meccanico di ieri, il meccatronico di oggi e per il futuro?
Di Nicola Miragliuolo
I tempi cambiano e, con i tempi, le generazioni ed anche i mestieri.
Alcuni lavori scompaiono proprio del tutto. Questo capita in molti campi e specialmente in quello automobilistico. Basti pensare a quanto sia diversa una vettura di fascia medio-bassa moderna rispetto a una vettura di pari livello degli anni 70.
Giusto per fare un esempio…
Tempo addietro i freni di una semplice vettura economica avevano solo ganasce e tamburi su entrambi gli assi, il sistema di iniezione diretta del carburante non esisteva, si usavano carburatori. Quando le ganasce e i tamburi si consumavano, la soluzione più semplice era quella di mandare a revisionare i componenti usurati per ripristinare gli strati di ferodo e ferro mancanti.
Oggi questo modo di lavorare è quasi completamente scomparso e la revisione di questi componenti è diventata oramai un servizio speciale; lo si fa solo per alcuni casi specifici, in particolare per le auto d’epoca, per le quali non si trovano più ricambi nuovi.
La stessa cosa è successa ai carburatoristi. Questi, una volta, erano un passaggio obbligato per i meccanici che diagnosticavano problemi di carburazione alla vettura. Oggi sono quasi completamente scomparsi; sono rimasti, oramai, in pochissimi e solo per i pochi possessori di auto e moto d’epoca.
Fatta questa premessa, cosa accadrà al mestiere di meccanico, considerando che le vetture moderne stanno passando verso i sistemi ibridi o elettrici?
Proviamo a ripercorrere un po’ la storia di questo mestiere, partendo dagli anni 60/70.
All’epoca il lavoro era, forse, molto più semplice rispetto ad oggi, perché le vetture erano, a loro volta, molto più semplici rispetto a quelle moderne. Infatti mancavano il servosterzo, l’aria condizionata, l’alzacristalli elettrico, la chiusura centralizzata, il servofreno, il sistema start e stop, la radio multimediale, l’iniezione diretta del carburante, l’ABS, il sistema antinquinamento, il common rail.
In pratica, la vettura era pura meccanica e idraulica con pochissimi dispositivi elettrici. Era anche più facile intraprendere questo mestiere, non solo perché era richiesto un livello d’indagine più basilare rispetto ad oggi, ma anche per il fatto che non erano necessari computer o altre costosissime attrezzature per la diagnosi (con relativi costi di aggiornamento software e hardware), ma solo strumenti come chiavi inglesi, cacciaviti e altri attrezzi basilari. Aprire un’ officina era molto meno oneroso rispetto ad oggi.

Poi col passare del tempo, verso l’inizio degli anni 90, sono iniziati ad arrivare anche sulle vetture di fascia più bassa nuovi sistemi, elettronici e non, come la chiusura centralizzata, l’aria condizionata e l’alzacristalli elettrico che, fino a quel momento, erano disponibili solo sulle vetture più costose.
E’ da quel momento che il meccanico ha cominciato a trasformarsi in meccatronico.
Improvvisamente era giunto il momento di fare corsi d’aggiornamento sia per tutte le novità in arrivo sopra elencate, sia anche per conoscere i nuovi motori. Quelli a benzina iniziarono ad adottare iniezione diretta e i diesel iniziarono ad adottare turbine e sistemi common rail. Da quel momento in poi, le cose si sono continuamente evolute e complicate.
Al giorno d’oggi, oramai, questo mestiere non è più accessibile al dilettante, se non per un semplice tagliando o una sostituzione dei freni usurati. Per cominciare bisogna fare tirocinio in un’officina già avviata; bisogna fare parecchi corsi di aggiornamento sia sul piano meccanico che elettrico. Ci vuole, insomma, più tempo e risorse per diventare un meccanico.
Il guasto medio di una vettura moderna è molto più complicato da risolvere rispetto al passato. Esso può manifestarsi al professionista tramite una spia di anomalia generica che può essere interpretata, però, solo tramite l’aiuto di una strumentazione moderna e aggiornata, la quale indica al meccanico da quale componente iniziare per risolvere il problema…
Già oggi diverse officine, che non sono state al passo con i tempi per diversi motivi (meccanico che è avanti con gli anni oppure semplicemente non portato per l’elettronica moderna), fanno fatica a risolvere alcuni tipi di problemi, con risultati finali molte volte non soddisfacenti. Queste, spesso, fanno una selezione tra i clienti, formando un parco macchine composto prevalentemente da vetture vecchie, le quali, essendo vicine alla fine del loro ciclo di vita utile, prima o poi scompariranno dalla circolazione. E’ difficile pensare che le suddette officine abbiano piani per il futuro.
Detto questo, cosa accadrà nel futuro quando le vetture saranno interamente elettriche?
Per quanto riguarda la vettura ibrida, benzina-elettrico, vale il discorso di prima, la continua evoluzione dei nuovi sistemi porta inevitabilmente a nuovi probabili guasti, i quali possono essere risolti solo dal vero professionista con studi e attrezzature alle spalle.
In caso di vettura completamente elettrica, il cambiamento sarà ancora più radicale. Per prima cosa, il motore elettrico è completamente diverso dal motore termico. Cambierà il sistema di guida (non sarà più necessario cambiare marcia), cambierà il modo in cui verrà costruito il telaio della vettura (ci saranno più batterie a bordo e, con la necessità di più batterie, servirà più spazio, per questo nelle auto elettriche moderne esse vengono installate nel pavimento) e cambierà anche la gestione generale della vettura ( non sarà più necessario effettuare il tagliando). Le uniche cose che rimarranno sono il sistema frenante, il sistema delle sospensioni e le varie apparecchiature e comandi elettrici nell’abitacolo.
Ricapitolando, il mestiere del meccanico futuro, o meglio, del meccatronico futuro sarà da una parte ridimensionato, a causa della mancanza dei vari componenti usati nel classico motore termico, e dall’altra continuerà la sua naturale ed inevitabile evoluzione rendendo questo mestiere sempre più tecnico e selettivo rispetto al passato…
