Alla scoperta dei borghi d’Italia: Scala, Pontone, Minuta, Campoleone, Santa Caterina, Campidoglio

Alla scoperta dei borghi d’Italia: Scala, Pontone, Minuta, Campoleone, Santa Caterina, Campidoglio

Scendendo per la strada che da Ravello porta ad Amalfi, incontriamo un borgo piccolo ma grazioso, un vero gioiello della Divina Costa, che ha ottime ragioni per essere scoperto e visitato: Scala.

Situato a 450 m. s.l.d.m., nel bel mezzo dei Monti Lattari, è una località antica e nobile, un luogo che ha affascinato artisti e scrittori, ma anche religiosi in cerca di pace, serenità e spiritualità, nonché natura e brezza marina. Certamente la vicina Ravello è più nota, ma Scala ha molto da offrire non solo agli appassionati di arte e di cultura, ma anche a coloro che amano esplorare e fare trekking immersi in una vegetazione ricca di alberi millenari e piante rare e di inestimabile valore scientifico e naturalistico.

La sua storia è collegata ad Amalfi essendo una sua roccaforte. Costruita con chiaro intento strategico, la cittadina di Scala fu fondata, secondo un’antica cronaca, nel IV secolo da naufraghi romani diretti verso Costantinopoli. Distrutta nel IX secolo, fu, poi, ricostruita dai Pisani ed ebbe, così, un periodo di grande prosperità. E’ il più antico paese della costiera e solo dalla prima metà dell’Ottocento, durante il regno borbonico, grazie a 35 km di strada costiera, è stato, più comodamente, accessibile ai forestieri; precedentemente vi si poteva arrivare solo sul dorso dei muli. Durante il suo periodo di massimo splendore c’erano a Scala circa 130 chiese e parrocchie, monasteri e palazzi gentilizi, in cui abitavano famiglie antiche, patrizie ed illustri.

Il paese si arrampica, in modo frastagliato, sulla montagna ed ha una struttura tipicamente medievale. Andando da nord a sud, incontriamo le sue 6 frazioni: S. Caterina, Campidoglio, Campoleone, Scala Centro, Minuta e Pontone.

COSA VISITARE

SCALA CENTRO

In piazza da 1000 anni, il Duomo di San Lorenzo è il luogo d’incontro di Scala e si dispone su 3 livelli, infatti poggia su 2 cripte sovrapposte: quella del Paradiso e quella del Purgatorio. Costruito nel secolo XI, ha subito varie trasformazioni, passando dal romanico- gotico, fino al rococò del settecento, uno dei più eleganti esempi di rococò in Italia. Al suo interno sono custoditi tesori di arte e segreti nascosti ancora oggi oggetto di studio. Appena si entra, l’occhio va subito al pavimento maiolicato dipinto a mano e alle pareti bianche che contrastano con le tele coloratissime sul soffitto che narrano le opere di San Lorenzo; all’ingresso ci sono due acquasantiere: su quella a sinistra ci sono una graticola con una palma, simbolo del martirio del Santo, di gusto barocco, e la scultura di una rana di stile romanico; poi c’è l’Altare del Tesoro di gusto rinascimentale in marmo dipinto azzurro e oro che rappresenta una rarità in tutta la Costiera e che, tramite un cancello, ripara uno scaffale con nove nicchie contenenti nove statue lignee di santi che custodiscono le loro reliquie; pregiati sono anche il Calice Medievale, realizzato in argento e di fattura napoletana e la Mitra, un copricapo di raro valore donato, nel giorno di San Lorenzo, da Carlo d’Angiò per festeggiare la sua vittoria sui Saraceni nel 1270; importanti da vedere sono la Cripta del Purgatorio che, scoperta solo nel 1958, da pochi anni è stata aperta al pubblico per ospitare eventi artistici e culturali e la Cripta del Paradiso, unico esempio in stile gotico in Costiera, che si differenzia da ogni altra cripta in quanto è festosa e piena di luce; quest’ultima contiene un Cristo in legno dipinto del XIII secolo recentemente restaurato e il Monumento sepolcrale di Marinella Rufolo.

PONTONE

Quasi immersa negli agrumeti, Pontone si affaccia tra due vallate, quella del Canneto e quella del Dragone; un po’ separata dalle altre frazioni, un tempo fu un comune autonomo chiamato Scalellae, piccola Scala; le sue case sono raggruppate tutte intorno alla chiesa di S. Giovanni Battista. Per la sua atmosfera calma e rilassante fu scelta come dimora da molte famiglie nobili amalfitane. A Pontone si possono vedere la Parrocchiale ( XII sec. ), dedicata a S.Maria del Carmine, la chiesa di S. Giovanni Battista ( XII sec.) e la chiesa di S. Filippo Neri. Quest’ultima fu la prima parrocchia di Pontone. Costruita nell’XI secolo sulla strada che porta a Minuta e dedicata a S. Matteo, fu ristrutturata nel 1600 e dedicata a S. Filippo Neri; la sua architettura conserva influenze bizantine e medievali. Pontone è conosciuta dagli amanti del Trekking, perché è da qui che partono due percorsi interessanti : quello per la Valle delle Ferriere e quello per il Monte Aureo, che, tra alberi secolari e antiche fortificazioni, porta alla Torre dello Ziro.

Dinanzi la chiesa di S. Giovanni Battista c’è una piazzetta che, nei tempi antichi, fu realizzata per essere facilmente trasformata in piscina. Infatti, a Pontone, nel Medioevo si lavorava la lana che arrivava dalla Puglia. Tramite dei canali, l’acqua, proveniente dalla montagna, si dirigeva verso la piazza e la allagava trasformandola in una piscina in cui veniva immersa la lana. Conosciuta ed importante era la Corporazione dei Lanaioli. Particolare è la presenza della Colonna della Giustizia sulla facciata della chiesa. Si tratta di una mezza colonna che esce dalla parete della facciata come se fosse una mensola, l’unica realizzata del porticato che era in progetto e che non fu mai costruito. Col passar del tempo questa mezza colonna divenne un simbolo importantissimo: chiunque avesse bisogno di asilo o aiuto , chiunque avesse subito o ritenuto di aver subito un’ingiustizia, se si metteva sotto la colonna era certo di ottenere il giudizio ma anche la protezione della Corporazione dei Lanaioli.

MINUTA

Minuta è la frazione che ha conservato meglio il suo passato medievale. Si trova su un promontorio della Valle del Dragone da cui si può godere lo splendido panorama montano e marino che offrono le gole di Atrani, Amalfi, Pogerola, Ravello e la Basilica di S.Eustachio. Quest’ultima risale al XIII secolo ed è stata considerata una delle più belle del sud Italia; nonostante, ormai siano rimasti solo dei ruderi, si possono ancora ammirare la sua facciata e poche altre parti originali quali marmi, affreschi e intarsi che sono visibili anche dal mare; gode di un panorama mozzafiato. Il centro del borgo è costituito da una piccola piazza quadrata su cui si affaccia la Chiesa dell’ Annunziata ( XI sec. ) sul cui ingresso principale si trova una lunetta decorata da una Madonna col Bambino ( XV sec.). A sinistra, ma un po’ più indietro, c’è il campanile a pianta quadrata che termina, in alto, con una cupola. La sua struttura architettonica è chiaramente di stile paleocristiano. La sua pianta è a tre navate divise da colonne che reggono archi a tutto sesto. Nella navata a destra si può notare una scala che porta giù in una Cripta a pianta quadrata e con volte a crociera. La prima cosa che si nota è che, contrariamente alle altre cripte, essa è alta e luminosa , grazie al fatto che è costruita sulla parte sottostante la chiesa lungo la discesa della montagna. La sua ricchezza è evidente nei suoi numerosi affreschi raffiguranti temi di chiara ispirazione bizantina: il Cristo Pantocratore, S. Giovanni Battista, Davide con Daniele, la Natività, l’Annunciazione, la Visitazione. Al giorno d’oggi questi affreschi si possono ammirare sulle volte e sulle parti alte; sulle parti basse si intravedono solo tracce. In tempi più recenti e, quindi, di ispirazione occidentale, furono aggiunto due miracoli di S. Nicola e un’immagine di S. Giorgio. Lo storico dell’arte, Demetrio Salazar, fu il primo che, nel 1871, parlò di questi affreschi medievali e diede loro una collocazione nel tempo: IX-X sec.

CAMPOLEONE (O SAN PIETRO)

Nota per aver dato i natali al Beato Fra Gerardo Sasso, fondatore del Sovrano Militare Ordine di Malta, è la frazione più vicina a Scala Centro. Le sue case si raggruppano intorno alla piazzetta su cui si affaccia la piccola chiesa di S. Pietro a Castagna (o a Campoleone), una delle più antiche di Scala ( X-XIV sec.), la cui caratteristica sono le alte absidi sorrette da robusti contrafforti. Nell’interno, a tre navate, senza transetto e con tre absidi, si possono ammirare un bassorilievo raffigurante S. Caterina e una statua in marmo bianco di S. Michele che ha in mano uno scudo su cui sono scolpiti lo stemma della famiglia Sasso e quello dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. anche questa chiesa ha una cripta decorata con affreschi di cui restano, però, solo tracce.

SANTA CATERINA

Dopo S. Pietro si raggiunge la piccola ma accogliente frazione di S.Caterina, passando tra folti castagneti e scampanellanti greggi di capre e pecore. La sua antica chiesa di stile bizantino, restaurata da una decina di anni, conserva decorazioni di gusto barocco e una statua, in legno dipinto, di S. Caterina, una delle protettrici di Scala.

CAMPIDOGLIO

A 650 m s.l.d.m., sulla parte più alta di Scala e sul fianco della Punta della Castagna, c’è Campidoglio, un vero e proprio balcone da cui si possono ammirare i migliori panorami: Ravello con i verdi giardini di Villa Cimbrone, la Costiera Amalfitana fino ad arrivare, con lo sguardo, a tutto il Golfo di Salerno. Questa frazione è il luogo perfetto per Trekking e, perché no, picnic. A Campidoglio c’è la chiesa di S. Giovanni Battista dell’’Acqua, ricostruita su un molto più vecchia e caratteristica per il suo campanile di stile moresco.

SAGRE ED EVENTI

A Pontone, a conclusione dei festeggiamenti in onore di S. Giovanni Battista, a giugno, dopo che la statua del Santo viene riposta in chiesa, tutti restano in piazza per vedere lo spettacolo dei fuochi d’artificio.

A Scala, nelle ultime settimane di Ottobre, si tiene la Sagra della Castagna, con stand espositivi di prodotti locali, con specialità culinarie a base di castagne preparate nei modi più svariati. Il tutto allietato con balli, canti popolari, spettacoli dal vivo, giochi tradizionali in Piazza, quali il “tiro alla fune”, la “corsa degli asini” ed altri.

A San Pietro si tiene la “Lampenaria” il giorno precedente la festività di San Pietro, cioè il 28 Giugno. E’ una tradizione che ha le sue radici nella storia. Era una festa che celebrava la fine dell’inverno e l’inizio dell’estate. Un piacevole gioco per molti giovani e bambini che raccoglievano legno, rami, frasche e li portavano nella piazzetta dove veniva costruita una catasta cui veniva dato fuoco all’imbrunire, all’apparire delle prime lucciole. Al giorno d’oggi è un’occasione, per gli Scalesi, ma anche per tanti turisti, per incontrarsi e fare festa.

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